Herpes Zoster: come prevenirlo in base ai dati epidemiologici e alla nuova offerta vaccinale

Herpes Zoster (HZ) conosciuto comunemente come Fuoco di Sant’Antonio è una malattia molto diffusa soprattutto nella popolazione anziana. La sua peculiarità è quella di potersi ripresentare più volte nel corso della vita, perché il virus che la determina rimane latente nei gangli nervosi sensitivi e si riattiva in seguito ad una riduzione delle difese immunitarie, con quadri clinici variabili talvolta anche severi che necessitano di ospedalizzazione, e hanno un notevole impatto sulla qualità della vita. Per queste ragioni la vaccinazione contro l’herpes zoster risulta essere fortemente raccomandata nei soggetti over 65 ed in coloro che hanno un rischio più elevato di riattivazione per via di condizioni morbose.

Cos’è l’Herpes Zoster?

L'Herpes Zoster (anche definito semplicemente Zoster o Fuoco di Sant’Antonio) è una malattia causata dalla riattivazione del virus Varicella Zoster (VZV). L’infezione primaria da VZV - che di solito si verifica durante l'infanzia - si manifesta con la varicella, ma dopo la risoluzione, nonostante venga acquisita un’immunità a lungo termine (sia cellulo-mediata sia umorale) il virus può rimanere silente nei gangli dei nervi sensitivi, con un rischio di riattivazione in caso di un abbassamento delle difese immunitarie.

Come si presenta la malattia? E quali sono le complicanze?

La principale presentazione clinica di HZ è un'eruzione maculo-papulare dolorosa con una distribuzione dermatomerica, ovvero in precise aree cutanee che presentano uguale innervazione, generalmente unilaterale. La localizzazione più comune dell'eruzione cutanea è toracica, seguita da quella oftalmica [1].

Nel 70-80% dei casi la malattia è preceduta da sintomi aspecifici, che vanno dal prurito alla sensazione di bruciore [2], i quali si manifestano da 1 a 5 giorni prima dell'eruzione cutanea.

La complicanza più comune di HZ, che si verifica nel 10-20% dei casi [3], è la nevralgia post-erpetica (PHN) [4] che dà un dolore localizzato che di solito perdura almeno per 90 giorni dopo l'eruzione cutanea ma che può addirittura manifestarsi per anni [5]. I trattamenti attuali per la PHN offrono poco o scarso beneficio ai pazienti, presentano effetti avversi comuni [6] e costi significativi [7]. Altre complicazioni comuni possono essere oftalmiche e neurologiche, mentre raramente si osservano disseminazione viscerale, encefalite o meningite [8].

Complessivamente, l'HZ è una condizione potenzialmente debilitante, che può ridurre notevolmente la qualità della vita [9].

Chi è maggiormente colpito?

La maggior parte della popolazione adulta (95%) in Europa ha anticorpi anti-VZV e quindi potrebbe essere, almeno teoricamente, suscettibile di una riattivazione HZ [10]. Si stima che il rischio di sviluppare HZ nel corso della vita interessi una persona su tre, con un notevole aumento nell'età avanzata, raggiungendo una persona su due tra gli over 85 anni [11, 12]. A livello mondiale, l'incidenza di HZ nella popolazione generale è circa di 3 o 4 casi per 1.000 persone per anno [13]. In Italia si stima che si verifichino circa 160.000 nuovi casi ogni anno, con un'incidenza annuale di 6,3/1000 persone-anno [10].

La malattia HZ può essere associata ad un processo fisiologico di immunosenescenza, ovvero di ridotta capacità di risposta immune [2]. In questo senso, uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo di HZ è l’invecchiamento [6] sebbene possano esserci altre possibili cause di diminuzione dell'immunità come la presenza di comorbosità (pazienti con diabete, broncopneumopatia cronica ostruttiva o altre condizioni che richiedono trattamenti con immunosoppressori sono a rischio maggiore di sviluppare HZ ed eventuali complicanze [5]).

Cosa suggeriscono gli studi?

Una valutazione delle ospedalizzazioni avvenute in Italia dal 2003 al 2018 mostra come, rispetto alla popolazione under 50, soggetti di età compresa tra 70 e 79 anni possano avere un rischio di ospedalizzazione quasi 12 volte superiore o anche fino a 20 volte superiore nei soggetti di età oltre 79 anni (Tabella 1) [14]. Di conseguenza, questi gruppi di età dovrebbero essere considerati come gruppi prioritari per la vaccinazione contro l'herpes zoster per prevenire l'infezione o ridurre l'entità o frequenza dei sintomi, inclusa la nevralgia post-erpetica e le ospedalizzazioni.

L'età non è l'unico fattore di rischio da considerare e va notato che più della metà dei ricoveri si è verificata in pazienti con altre co-morbosità come diabete, malattie polmonari croniche, insufficienza cardiaca congestizia o cancro: in questi casi, la degenza media in ospedale si è rivelata piuttosto lunga, essendo di circa 8 giorni.

Negli anni si è riscontrato un andamento decrescente per i tassi di ospedalizzazione (del -4,7% all'anno) e tale andamento è stato confermato in quasi tutti i sottogruppi (es. maschi e femmine, giovani e anziani) va però sottolineato che questo decremento è verosimilmente dovuto ad una generale riduzione del numero di posti letto ospedalieri disponibili in Italia dal 2007 al 2018 [7,8].

La gravità media della malattia nei pazienti ospedalizzati ha avuto un piccolo, ma non trascurabile aumento, come suggerito dalla degenza media (circa +1 giorno dal 2003 al 2018) e dal tasso di mortalità (+0,5%).

Come possiamo prevenire lo Zoster?

Nonostante tutto lo Zoster è ancora una malattia le cui complicanze causano il ricovero in modo relativamente frequente in particolar modo nei soggetti anziani. I dati epidemiologici italiani di ospedalizzazione supportano fortemente la promozione della vaccinazione contro l'herpes zoster soprattutto negli anziani e in soggetti con altre comorbosità che continuano ad essere a maggior rischio di gravi sequele dovute alla riattivazione del virus.

Secondo il Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale (PNPV) 2017-2019 la vaccinazione per Herpes Zoster va quindi offerta a tutti gli over 64 anni e a soggetti con più di 49 anni di età se in presenza di diabete mellito, patologia cardiovascolare, broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) o terapia immunosoppressiva [13].

Quali sono i vaccini disponibili contro Herpes Zoster?

Attualmente sono disponibili 2 vaccini efficaci nei confronti di Herpes Zoster, un vaccino vivo attenuato ed uno inattivato. Il Vaccino Vivo attenuato è un vaccino contenente il virus Varicella-Zoster per l’appunto in forma viva ma attenuato, somministrato in dose singola. Il vaccino inattivato è un vaccino a subunità glicoproteiche adiuvato, somministrato in due dosi; per la seconda dose è raccomandato un intervallo di 2-6 mesi dalla prima somministrazione. Vi è inoltre per questa seconda tipologia di vaccino la possibilità di effettuare schedula ravvicinata 0-1 mese per i soggetti che devono iniziare terapia immunosoppressiva o che sono in attesa di trapianto d’organo, di cellule emopoietiche o di tessuto. In Tabella 2 sono sintetizzate le principali caratteristiche dei due vaccini.

Tabella 1. Tasso di ricovero per 100.000 residenti per Herpes Zoster in Italia stratificato per classi di età e per periodo
Tabella 1. Tasso di ricovero per 100.000 residenti per Herpes Zoster in Italia stratificato per classi di età e per periodo
Tabella 2: Vaccini disponibili e loro caratteristiche principali [15]
Tabella 2: Vaccini disponibili e loro caratteristiche principali [15]
Fonti / Bibliografia
  1. Opstelten W, Zaal MJ (2005) Managing ophthalmic herpes zoster in primary care. BMJ 331:147–151
  2. Johnson R, McElhaney J, Pedalino B et al (2007) Prevention of herpes zoster and its painful and debilitating complications. Int J Infect Dis Suppl 2:S43–S48
  3. Opstelten W, Mauritz JW, de Wit NJ et al (2002) Herpes zoster and postherpetic neuralgia: incidence and risk indicators using a general practice research database. Fam Pract 19:471–475
  4. Centers for Disease Control and Prevention (2021) Available at https://www.cdc.gov/shingles/index.html. Accessed 3 Mar 2021
  5. Cocchio S, Baldovin T, Furlan P et al (2019) Cross-sectional study on hospitalizations related to herpes zoster in an Italian region, 2008–2016. Aging Clin Exp Res 31:145–150
  6. Johnson RW (2010) Herpes zoster and postherpetic neuralgia. Expert Rev Vaccine 9:21–26
  7. White RR, Lenhart G, Singhal PK et al (2009) Incremental 1-year medical resource utilization and costs for patients with herpes zoster from a set of US health plans. Pharmacoeconomics 27:781–792
  8. Lydick E, Epstein RS, Himmelberger D et al (1995) Herpes zoster and quality of life: a self-limited disease with severe impact. Neurology 45:S52–S53
  9. Gabutti G, Franco E, Bonanni P et al (2015) Reducing the burden of Herpes Zoster in Italy. Hum Vaccin Immunother 11:101–107
  10. Valente N, Cocchio S, Stefanati A et al (2017) Temporal trends in herpes zoster-related hospitalizations in Italy, 2001–2013: differ- ences between regions that have or have not implemented varicella vaccination. Aging Clin Exp Res 29:771–779
  11. Stein AN, Britt H, Harrison C et al (2009) Herpes zoster burden of illness and health care resource utilisation in the Australian population aged 50 years and older. Vaccine 27:520–529
  12. Piano Nazionale Disponibile all’URL https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2571_allegato.pdf
  13. Amodio E, Marrella A, Casuccio A, Vitale F. Decline in hospitalization rates for herpes zoster in Italy (2003-2018): reduction in the burden of disease or changing of hospitalization criteria? Aging Clin Exp Res. 2022 Jan 19. doi: 10.1007/s40520-021-02014-7.
  14. Gnann JW Jr (2002) Varicella-zoster virus: atypical presentations and unusual complications. J Infect Dis 186:S91S98
  15. Caratteristiche vaccini disponibili all’URL https://www2.cdc.gov/vaccines/ed/pinkbook/2019/downloads/pb11/Varicella_Zoster_2019.pdf
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