Tragedia a Palermo: muore un bambino di 14 mesi per meningite fulminante da Meningococco B.

La morte di un bambino è sempre una tragedia, ma se muore un bimbo di 14 mesi di una malattia per cui si sarebbe potuto e dovuto vaccinare, allora non è solo una tragedia ma una sconfitta per tutta la Sanità Pubblica. Purtroppo mercoledì 28 Febbraio sera è morto a Palermo un bambino colpito da una forma invasiva di Meningite da Sierotipo B. Dalla comparsa dei sintomi all’esito fatale sono passate meno di dodici ore. L’ennesima morte evitabile con la vaccinazione!

Il 28 febbraio 2018 presso l’Azienda Ospedaliera Ospedale dei Bambini ARNAS “G. Di Cristina” del capoluogo siciliano si è dovuto aggiungere al triste elenco delle vittime, che potevano essere salvate grazie alle vaccinazioni, un bambino di 14 mesi.

Il killer è ancora una volta il famigerato “meningococco”, un batterio che circola tra la popolazione, e di cui si stima che dal 20 al 30% dei soggetti è “portatore” nelle prime vie aeree, e che, imprevedibilmente, “decide” di accanirsi su vittime, spesso giovanissime, alle quali, in un numero non trascurabile di casi, non lascia scampo [1].

Contro il meningococco da anni la Sanità Pubblica ha messo in atto la migliore e più efficace strategia di prevenzione, ovvero la vaccinazione. Il Calendario Vaccinale della Regione Sicilia prevede due vaccini che proteggono contro tutti i ceppi di Meningococco patogeni per l’uomo. Il vaccino contro il Meningococco B, che si somministra ai nuovi nati al 75° giorno di vita (prima dose), al 105° giorno di vita (seconda dose), al 150° giorno di vita (terza dose) e con una dose di richiamo al 13-15esimo mese di vita. E il vaccino contro il Meningococco quadrivalente ACW135Y, la cui prima dose si effettua a 13-15 mesi di vita [2].

Già prima della conferma di laboratorio, era quindi chiaro che il piccolo bimbo si sarebbe potuto salvare vaccinandosi, perché la sua età (14 mesi) prevedeva già l’esecuzione di entrambi i vaccini anti-meningococcici. Quello che sciocca ed intristisce, dopo la conferma laboratoristica del sierotipo B, è che il bambino al momento del decesso avrebbe dovuto aver effettuato almeno 3 delle 4 dosi previste del vaccino, di fatto rendendo impossibile l’insorgenza della patologia.

Purtroppo non è stato così…poiché gli unici vaccini eseguiti in 14 mesi di vita sono stati una sola dose di esavalente, antipneumococcica ed antirotavirus al terzo mese di vita. Da quel momento in poi il bimbo non aveva eseguito più nessuna vaccinazione.

Contemporaneamente si leggono già sulle varie testate giornalistiche le prime dichiarazioni di chi, pronto ad accusare il personale sanitario della struttura dove il povero piccolo ha trascorso le ultime ore di vita e dove era stato visto prima di essere trasferito (Buccheri La Ferla), invoca indagini e reclama a gran voce chiarezza sulle procedure terapeutiche messe in atto [4]. Voci frutto di nient’altro che ignoranza dato che è ben noto che il 25% dei casi di Meningite (1 su 4) è fatale entro 24 hr (così come per lo sfortunato piccolo bimbo).

Invece, passato il dolore e la rabbia, tutti quanti, dai genitori ai familiari, dal pediatra di famiglia agli operatori di Sanità Pubblica, dovranno rispondere a una domanda scomoda, ma necessarie per far si che questa tragedia immane e perfettamente prevenibile non si ripeta.

Come mai il bimbo non aveva mai fatto una dose di vaccino anti-meningococco B, nonostante sia previsto dal Calendario Vaccinale Siciliano in offerta attiva e gratuita, per tutti i nuovi nati?

Da sottolneare che è viceversa assolutamente inutile il panico che si è generato (anche con messaggi incontrollati di una improbabile “messa in quarantena” della struttura sanitaria), nella popolazione generale nei giorni successivi.

Di contro è stata puntuale e tempestiva la risposta delle Autorità di Sanità Pubblica, che attraverso i suoi rappresentati di ASP e Dipartimento di Prevenzione, ha provveduto a sottoporre a sorveglianza e profilassi antibiotica tutti i contatti stretti del bambino (compreso il ricovero in via precauzionale della sorellina, che presentava sintomi ascrivibili probabilmente a una comune faringite). Hanno inoltre precisato, tramite giornali, che il bambino non frequentava asili nido, né si sono verificati casi anche solo sospetti tra le persone che erano entrate in contatto con lui [5]. Si tratta quindi di un caso isolato, sporadico (come tipico del meningococco nella fascia di età sotto i 5 anni di vita), che non deve allarmare la popolazione sul rischio di scoppio di un focolaio epidemico, quanto invece invitarla a riflettere sull’opportunità di proteggere i propri figli e se stessi attraverso tutti i vaccini presenti nel Calendario Vaccinale Regionale, al fine di limitare la circolazione di microrganismi come il meningococco che sono, purtroppo, assolutamente in grado di spezzare vite umane.

http://old.iss.it/binary/mabi/cont/Report_MBI_20170403_finale.pdf

http://palermo.gds.it/2018/03/03/bimbo-morto-di-meningite-a-palermo-rabbia-dei-parenti-si-poteva-salvare_811799/

https://www.vaccinarsinsicilia.org/vaccinazioni-sicilia/calendario-vaccinale

http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_notizie_2967_listaFile_itemName_3_file.pdf

http://palermo.repubblica.it/cronaca/2018/03/01/news/palermo_muore_di_meningite_a_14_mesi-190080183/

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