Di morbillo si muore... purtroppo.
Si è spenta lunedì 26 marzo al “Garibaldi” di Catania una ragazza di 25 anni, non vaccinata, ultima vittima delle scarse coperture vaccinali contro il morbillo che, soprattutto nell’Asp di Catania, ma in generale in tutta la Regione, da anni stentano a raggiungere livelli adeguati .
“La copertura vaccinale è significativamente cresciuta, ma non abbastanza. Così a Catania assistiamo a una epidemia in atto”. Queste le dichiarazioni del dott. Mario Cuccia, direttore dell’U.O.C. di Epidemiologia dell’Asp di Catania, a pochi giorni dall’ennesima tragedia che ha avuto come protagonista una 25enne madre di una bambina di due anni, vittima di una epidemia che, solo per citare i casi verificatisi nella provincia Etnea negli ultimi mesi, ha contagiato centinaia di giovani adulti e giovanissimi, uccidendone tre. E i numeri sembrano dar ragione alle dichiarazioni delle Autorità Sanitarie etnee: da quando è iniziato il 2018, la Sicilia è stata la Regione italiana più colpita dal morbillo, con circa 170 casi notificati nei soli primi due mesi dell’anno nella sola ASP di Catania [1]. Come già avvenuto nell'epidemia che ha colpito l'Italia nel 2017, si è trattato sopratutto di giovani adulti e diversi operatori sanitari. La quasi totalità dei soggetti coinvolti non aveva mai ricevuto neppure una dose di vaccino anti-MPR, nonostante le raccomandazioni del Calendario Vaccinale che lo offre gratuitamente a tutti i cittadini Siciliani, nonché delle ultime indicazioni legislative, che prevedono che entro il sesto anno di vita tutti i bambini debbano aver ricevuto le due dosi canoniche, pena la mancata iscrizione alla Scuola dell'obbligo [2].
Ovviamente dove le coperture sono più basse il morbillo si diffonde con più forza e velocità. Ed è proprio quello che sta succedendo nella parte orientale dell’Isola. A Catania, in particolare, tra i pre-adolescenti le coperture si attestano intorno al 65%, quindi circa trenta punti al di sotto dei livelli “di sicurezza”, fissati al 95% dalla comunità scientifica. Questo la porta a essere la provincia siciliana con il più alto numero di casi notificati (e si stima che quelli non segnalati alle Autorità possano essere almeno sei volte tanto). Questo spiega anche la drammatica frequenza con la quale si verificano i casi a esito infausto come quello della madre venticinquenne che ha perso la vita in un modo che, un Paese che vuole definirsi civile, non può più permettersi.
L’auspicio è che il decreto sull’obbligo vaccinale della scorsa estate dia al più presto risultati concreti e tangibili, impedendo che morti evitabili come queste delle quali ci ritroviamo a scrivere non debbano verificarsi mai più.
Infine, per citare di Dott. Burioni, occorre ricordare che il morbillo causa frequentemente (1 caso su 100 circa) complicanze gravi quali polmoniti, otiti, meningiti, encefaliti, ed in 1 caso su 1000 il decesso del soggetto colpito. Quando qualcuno vi dice "il morbillo è una malattia banale, anche io l'ho avuta e sto benissimo" ricordategli che in Italia prima della vaccinazione morivano oltre 250 soggetti all'anno di morbillo. Loro, così come le 7 persone morte in Italia dall'inizio del 2017 per questa inconcepibile ed assurda epidemia, non avranno alcuna possibilità di affermare che tale patologia è "banale".